Il Tar ha sospeso la normativa che prevedeva l’iscrizione dello stesso nome su patente e libretto. Il ministero dei trasporti ha visto così vanificata dopo pochi mesi dall’entrata in vigore, la sua circolare del 10 luglio 2014. Adesso come si va avanti? E’ veramente tutto da rifare?
Le novità per gli automobilisti a gennaio potevano essere davvero troppe: la questione delle revisioni e dei controlli sulle assicurazioni ha terrorizzato tanti italiani ma ha iniziato ad impensierire anche l’idea del Ministero dei Trasporti di rendere obbligatoria l’iscrizione dello stesso nominativo su patente e libretto legati ad un medesimo veicolo.
La circolare ministeriale del 10 luglio 2014, aveva disposto che a partire dal 3 novembre fosse obbligatorio che l’intestazione sulla carta di circolazione fosse la stessa della patente. Il panico riguardava soprattutto coloro che prendevano le auto a noleggio per più di 30 giorni. Molte aziende hanno subito organizzato un ricorso insieme all’ACI e il Tar ha deciso di accoglierlo sospendendo la norma.
Adesso è stata fissata l’udienza per decidere il da farsi, al 28 maggio 2015. C’è un bel po’ di tempo per fare chiarezza su questa misura e portare in primo piano la verità del provvedimento. Per prima cosa infatti, va chiarito che non serve a complicare la vita degli automobilisti che per esempio usano l’auto di un genitore o di un parente, ma serve a stanare colo che usano auto fittiziamente intestate ad altri per eludere le tasse. Per esempio coloro che hanno macchine intestate a persone che vivono in altri paesi o intestate a società fantasma.
Siccome molte di queste auto sono spesso coinvolte nei sinistri e non si riesce mai a capire di chi sia la colpa di un incidente, rendendo obbligatoria la coincidenza dell’intestatario tra patente e libretto si sarebbe riusciti a stanare i fedifraghi. Siete d’accordo?