Randy Mamola è uno dei piloti mito del motociclismo agonistico pur non avendo mai vinto un mondiale. Californiano del 1959, è stato uno dei piloti più spettacolari, secondo per ben quattro volte nel 1980, 1981, 1984 e 1987 dietro a campioni quali Kevin Schwantz, Kenny Roberts, Wayne Rainey, Eddie Lawson e Mick Doohan. Ha corso con Yamaha, Suzuki, Honda e Cagiva in 152 GP, arrivando 57 volte sul podio e 13 volte primo.
Rispondendo alle domande di un magazine specialistico Mamola ha detto la sua sul campionato MotoGp, cosi diverso dalla 500 in cui era protagonista con la sua guida spettacolare. A proposito delle CRT, Randy è dell’opinione che senza di esse non ci sarebbe più la MotoGP, anche se si possono guardare da due punti di visto, un modo per avere più moto in griglia, oppure un punto di partenza per creare nuove moto da corsa. Ha ricordato inoltre come, a causa della crisi economica mondiale, sia necessario ridurre i costi per le case costruttrici. Sulla crisi della Ducati e di Valentino, Mamola ricorda come la Honda abbia vinto un mondiale con Stoner dopo ben 6 anni, nonostante sia la casa motociclistica più grande.
► Dovizioso-Ducati accordo biennale
► Valentino Rossi torna in Yamaha
Anche se la crisi della Ducati e di Valentino possono sembrare una cosa clamorosa i cicli sono un fatto normale nello sport motoristico, anche se Rossi e Ducati hanno i riflettori puntati su di loro e questo potrebbe essere uno svantaggio per loro. La MotoGP è cambiata molto negli ultimi anni ed ora è estremamente difficile, sia per lo sviluppo continuo dell’elettronica che per la mono gomma, che appiattisce le differenze tra i vari teams. Basta osservare le differenze nei piloti che prima guidavano la Superbike e ora guidano una GP. Spies più era aggressivo alla guida e ora fatica alla Yamaha per adattarsi alle Bridgestone, ed ha dovuto cambiare il suo stile di guida. Anche per Crutchlow è accaduta la stessa cosa. Mamola spera che in futuro il carattere del pilota possa riemergere senza doversi modificare ed adattare.