La nuova centralina unica della Magneti Marelli, il Control ECU, inizia già quest’anno con il suo impiego da parte di Forward Racing, Avintia, Ioda e la PBM, ovvero quattro dei sette team che gareggeranno con una CRT quest’anno.
Le altre quattro, Aspar, Cardion AB e la PBM di Yonny Hernandez che gareggeranno con le Art-Aprilia continueranno invece anche quest’anno con la propria centralina, così come gli altri, a cui la tecnologia elettronica garantisce lo sviluppo per il prossimo anno, quando nonostante un hardware in condivisione, il software resterà libero di essere progettato in autonomia.
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Per questo le polemiche sul Control ECU sono ancora accese, per chi lo vede solo come la mezza misura che consente ancora di favorire i grandi team. Nessuna penalizzazione quindi per chi vorrà gestire il proprio software, a parte la perdita di un litro di benzina, irrisoria. Le tre grandi, Honda, Yamaha e Ducati, vedono nell’elettronica il punto strategico per le loro produzioni di serie, e questo è il motivo principale per cui non vogliono rinunciarvi. Boicottaggio quindi delle direttive della Dorna che ha affidato all’ex ducatista Corrado Cecchinelli la soluzione dei problemi di spettacolo. Forse un compromesso sarà quello di affidare il tutto ad un organo terzo, la FIM.
Ma è più probabile che le CRT saranno presto escluse dalle grandi case, oramai cosi potenti da poter dominare incontrastate non solo il campionato, ma anche le nuove soluzioni tecnologiche, che infatti le CTR non riescono più a fornire, come in passato, divenendo di fatto delle produzioni di serie supersportive.