È vero al Mugello tutti gli appassionati di motociclismo avrebbero voluto vedere Valentino Rossi primo sotto la bandiera a scacchi ma per il Professore non c’è stato modo di arrivare sul primo gradino del podio. Anzi, se non fosse stato per Marquez e Dovizioso, chissà se l’avremmo visto con la medaglia di bronzo. Ma il tifo contro?
Un interessante articolo di Paolo Gozzi per la Gazzetta dello Sport, analizza il tifo contro nel motociclismo, c’è da chiedersi però se faccia davvero bene un atteggiamo di questo tipo. Riportiamo i tratti salienti dell’articolo che danno maggiori spunti di riflessione:
Quando è caduto Marquez il boato di gioia è stata una ferita per tutti coloro che seguono le corse da tanti anni e sanno che cadendo si può morire. Ma quelli vicino a me che ne sapevano? Il motorismo moderno ha rimosso il concetto di rischio. Le gare in tv sembrano videogiochi, i commentatori inventano soprannomi da cartone animato, tutti hanno sempre la battuta pronta. Il motociclismo è uno show, il divertimento è business, il dolore è da nascondere. […]
Se solo volessero, Rossi e Lorenzo potrebbero cancellare i fischi sotto il podio e il giubilo delle opposte tifose se l’altro cade. Basterebbe parlare ai tifosi, spiegare loro che tifare è bello, anche con l’enorme partecipazione (e qualche eccesso) del Mugello. Che a menarsele ci pensano loro, in pista. Poi, a gara finita, applausi per tutti. Che tanto i fischi sono solo benzina per caratteri di ferro come questi. Sicuro che Lorenzo avrà goduto come un matto nel sentirsi piovere addosso la delusione del popolo giallo. Se avesse perso Jorge sarebbe piaciuto a tutti.