L’incidente di Jules Bianchi avrà necessariamente degli strascichi perché nella FIA che da più parti è accusata di aver prima sottovalutato la pericolosità della corsa e poi di essersi lavata la coscienza e le mani rispetto all’incidente di Bianchi. Ma Todt scaglia una pietra a favore della federazione.
Jean Todt dice che gli incidenti che hanno interessato persone del calibro di Jules Bianchi e Michael Shumacher hanno costretto la FIA a rivedere tutto sulla sicurezza concentrandosi non solo sulle sensazioni che arrivano dalla pista. Todt, tra l’altro, è legato a Bianchi visto che il manager del pilota francese è proprio sui figlio Nicolas.
E sulla sicurezza ribadisce l’importanza di non abbassare mai la guardia ma, al tempo stesso, chiede che si facciano le opportune valutazioni, senza mai ritenere di avere tutta la ragione dalla propria parte. Parla da presidente della FIA e dice:
Devo dividere la cosa in due: le mie responsabilità di Presidente della FIA ed i miei sentimenti verso mio figlio, devastato dalle condizioni in cui versa Jules, per lui è come un fratello. Non dovremmo mai dare nulla per scontato e mai rilassarci sulla sicurezza. Lo dicevo prima dell’incidente occorso a Jules e lo dico tutt’ora. La gente ha visto per molti anni terribili incidenti nei quali i piloti sono usciti con le proprie gambe. Hanno cominciato a pensare che fosse normale per una vettura incidentata a 200 km/h con nessuno che si facesse male. Ma non era normale, era un miracolo. Dietro tutto questo c’è stata una quantità impressionante di lavoro. Ma la sicurezza al 100% nel nostro sport non esiste.
Poi aggiunge che l’incidente di Bianchi è stato spiegato nei dettagli ed è stata istituita una commissione per indagare sull’accaduto, sotto la presidenza di Peter Wright. Prima di giudicare si aspettano le conclusioni e quindi ad avere la parola, al momento, è soltanto il direttore di gara.