Forse non tutti sanno che per entrare di diritto nella schiera dei piloti di Formula 1, gli aspiranti devono conseguire una Superlicenza che si ottiene accumulando punti sulla base dell’esperienza in pista nella serie minori. Fino a questo momento però i campionati organizzati dalla Renault erano considerati prestigiosi e l’ingresso dei giovani talentuosi auspicato e non bloccato. La FIA ha definito un nuovo sistema di attribuzione del punteggio utile per ottenere la Superlicenza che sbarra le porte d’accesso alla classe regina ai giovani inesperti. Ma se fosse soltanto questo ad essere cambiato, poco male, in realtà sembra che con il nuovo sistema paghino le conseguenze della “rivoluzione” i campionati organizzati dalla Renault, cui è attribuito adesso un punteggio inferiore a quello che gli veniva attribuito in passato.
In pratica, con le nuove regole, possono accedere alla Formula 1 soltanto:
1. coloro che hanno compiuto 18 anni,
2. coloro che hanno corso almeno due stagioni alla guida di monoposto nelle categorie junior,
3. coloro che hanno conseguito la patente di guida,
4. coloro che hanno completato almeno l’80% dei uno dei 12 campionati indicati dalla FIA,
5. coloro che hanno percorso almeno 300 chilometri su una vettura F1 storica.
Questo fa sì che i giovanissimi che non hanno esperienza siano fatti fuori dalla competizione più ambita, in più, rispetto ai campionati importanti indicati dalla FIA, quelli organizzati dalla Renault sono stati declassati rispetto agli altri. Per esempio il conosciutissimo WSR 3.5 che ha consentito l’accesso alla Formula 1 di campioni come Vettel, Kubica, Ricciardo, Vergne e Magnussen, adesso vale 30 punti mentre ne vale 50 il Gp2 che non ha mica fatto emergere chissà quali piloti.
Per questo la Renault storce il naso e ha chiesto in forma ufficiale ed educata, che razza è successo per meritare questo promettendo ai team iscritti alle World Series organizzate dai transalpini che i campionati Renault saranno difesi con le unghie e con i denti.