Maldonado ha dichiarato che dovrebbe essergli data la possibilità di mostrare tutto il suo potenziale, cosa che in questi anni non è accaduta. Ci sarebbero diverse squadre pronte con la lettera d’ingaggio ma bisogna anche riconoscere che lui non è un pilota dalle scelte sempre azzeccate.
Maldonado nel 2013 ha lasciato la Williams per andare alla Lotus perché mentre la Williams sembrava essere sprofondata nel tunnel, invece la Lotus appariva ancora una macchina da podi capace di rompere le uova nel paniere della Red Bull. In fondo con la Williams nell’anno del suo esordio, aveva racimolato un solo punto.
Il cambio di squadra è stato azzeccato? Non proprio visto che con la Lotus nel 2014 ha racimolato due punti in tutto. Il 2015 sarebbe dovuto andare meglio ma invece non è come se lo aspettava Pastor, forse anche per il cambio di power unit da Renault a Mercedes. Dopo 15 gran premi ha 22 punti, la metà dei Grosjean ma la sua E23 non è destinata a fare nuovi salti, non è destinata allo sviluppo che ci si augura anche perché la squadra ha difficoltà finanziare. Forse era meglio restare alla Mercedes che adesso è terza in campionato.
Maldonado non riesce a tenersi più dentro la frustrazione legata all’ennesimo campionato nelle retrovie e dichiara:
Forse la decisione non è stata quella migliore, ma a un certo punto devi prendere una decisione e comunque finisca devi prenderla con responsabilità e con tutta la passione che hai. Ed è quello che ho fatto io.
Non è stata una grande decisione, ma sto lavorando molto duramente con il team”, ha aggiunto. “La Lotus è una squadra fantastica, magari non ha tutti i mezzi degli altri – soprattutto sul piano economico – ma per il resto sto imparando un sacco lavorando più a stretto contatto come una squadra con una filosofia molto diversa. Sono sicuro al 100% che questo mi aiuterà in futuro. Non stiamo ottenendo i risultati che ci aspettavamo, ma sto facendo molta esperienza.
Non andrò di sicuro in America, resto in Formula 1. Al momento il mio obiettivo principale è continuare con il mio contratto, e magari avere più mezzi per scendere in pista ed essere più competitivi. In America si può forse avere successo, ma al momento mi diverto davvero a stare in Formula 1. Penso di poter fare ancora molto qui e merito la possibilità di mostrare il mio vero potenziale.