La tecnologia fa passi da gigante anche quando non è immediatamente connessa allo sviluppo di una monoposto e quello che accade sul sito della Ferrari lo testimonia. Ecco una inforacing che ci spiega per filo e per segno quello che è avvenuto in Giappone.
Avete perso la diretta o la replica del GP del Giappone? Allora dovete assolutamente affidarvi al resoconto della Ferrari disponibile su Ferrari.com.
Si capisce subito dalla prima schermata che siamo di fronte a qualcosa di grandioso. Siamo invitati a fare lo scrolling in modo da vedere quello che è successo in pista, giro dopo giro con ritiri, incidenti, safety car, sorpassi e allunghi fino alla vittoria finale. Si può decidere di visualizzare la corsa in pochissimi secondi oppure si può gustare il racconto più lentamente. Di fatto siamo di fronte ad una rappresentazione bidimensionale ben fatta della gara giapponese.
Si chiude il resoconto con le classifiche aggiornate e l’insieme di tutte le inforacing messe a disposizione dalla scuderia di Maranello. E poi c’è la poesia del racconto che fa più o meno così:
Unsung heroes”, li chiamano gli inglesi. Gli eroi non celebrati. Facce normali, discorsi normali, stipendi normali.
Poi, domenica pomeriggio, cambia tutto: su la tuta ignifuga che nell’afa di Suzuka sembra una punizione, su il casco, tutti in posizione, attenti a muoversi come un corpo solo.
Un corpo che catapulta la n.7 di Kimi Raikkonen oltre la Williams di Bottas. Un pit-stop da record, il secondo di Kimi in una gara che sembrava mettersi male sin da luglio. C’era da sfatare il fantasma di Silverstone, le curve veloci, le gomme di cemento, una tipologia di circuito che c’entra poco o nulla con quella del trionfo di Singapore.
Lì, il podio di Seb era arrivato come una manna dal cielo, assieme alla pioggia, perché i manici veri si vedono sul bagnato. Stavolta non piove, eppure il terzo posto è in cassaforte, e chissà cosa poteva fare Kimi, invece di quarto, senza quella bandiera rossa a tarpargli il giro di qualifica al sabato.
Eppure, o forse proprio per questo, a Sebastian il terzo posto stavolta sta un po’ stretto. Perché si era liberato di Rosberg subito dopo il via, e invece se lo ritrova davanti al traguardo. Anche qui nel gioco dei cambi gomme, perché in Giappone i sorpassi sono più rari delle gambe dritte.
“Accidentaccio mi è passato davanti” esclama Seb alla radio (le parole più o meno sono quelle).
Ma i meccanici non c’entrano, il secondo stop viene cronometrato in 2”2 al semaforo verde: lontano dal record, ma niente male. C’entra invece, eccome, il giro di uscita di Nico, che si mangia tutto il vantaggio accumulato da Seb. Neanche avesse avuto un motore con parametri da qualifica.
La realtà è che a Singapore si domina e a Suzuka si gioca in difesa. Ma va bene anche così, se stavolta gli avversari non scappano via, se nel secondo stint Vettel (con le gomme dure) riesce a tenersi dietro Rosberg a una confortevole distanza, è segno che la SF-15T è cresciuta, anche se i cambiamenti di fine stagione sono ormai poco visibili.
Questa, sulla carta, era una delle piste più difficili della seconda parte di campionato. Ne scaturisce il podio n.13 per la Scuderia, in quattordici gare. Sempre a testa bassa.