Se da un lato la proposta potrebbe essere sensata, abbattendo sicuramente i costi di sviluppo di nuovi propulsori da parte delle case costruttrici e livellando le prestazioni tra i team rendendo certamente più avvincenti le gare, dall’altro annienterebbe in un secondo la storia e gli investimenti fatti dai team di tradizione più antica come la Ferrari.
Proprio il team di Maranello ha sollevato le obiezioni più accorate, minacciando il ritiro dal mondo delle corse in Formula 1. Comunicando in maniera ufficiale a voce del consiglio di amministrazione, il proprio disappunto per questa proposta.
Le motivazioni sono ovvie, Ferrari da oltre cinquant’anni ha investito risorse nel continuo sviluppo tecnologico dei motori, realizzando soluzioni che frequentemente sono state adottate anche dai modelli di serie. Proprio questa mancanza di competizione, di stimolo allo studio e alla ricerca sarebbero le principali conseguenze negative dall’adozione del motore unico, secondo i vertici di Maranello.
Questa notizia, assieme a quella diramata dal team Toyota che medita di abbandonare la Formula 1 in favore di Le Mans, più competitivo e meno oneroso, certamente getta delle ombre sulla categoria regina delle corse automobilistiche. A livello personale, non condividiamo la scelta di un motore unico ma è necessaria certamente una revisione di tutta la Formula 1 che negli anni ha certamente perso il mordente e la spettacolarità, proponendo troppo spesso gare vinte per strategia ai pit stop anziché per il talento dei piloti.