La sfida del Lingotto e dell’amministratore delegato Sergio Marchionne è tremenda: vendere una piccolina come la Fiat 500 in una nazione – gli Usa – abituati al gigantesco. Tutto enorme: case, strade, barche, auto, montagne. E deserti, spazi. Questione anche di mentalità: gli americani amano il “grande“, lo “spazioso“. Era prevedibile allora il mezzo flop iniziale del Cinquino negli States: da marzo 2011 allo scorso mese di ottobre, ne sono state piazzate 15.826 unità.
Il problema sono anche le aspettative. Si vuole raggiungere le 50.000 unità in un anno. Davvero difficile. Trattasi di stime eccessve, troppo ottimistiche? Evidentemente, neppure il rialzo del prezzo dei carburanti e la recessione globale hanno aiutato. È che cambiare la testa degli americani in così poco tempo è davvero arduo.
Certo, ha influito anche l’assenza di concessionarie dedicate esclusivamente alla Fiat 500: manca una vetrina tutta per lei. Ma forse ha inciso davvero il prezzo: 15.000 dollari. Che non sono tanto in assoluto. Tuttavia, lì negli States, l’usato va che è una meraviglia: si compra di tutto a poco, senza che lo Stato ti infili le mani in tasca per le tasse. E con 15.000 dollari ti porti a casa una bella auto grande. Mentalità, appunto.
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Chiaramente, la partita è ancora aperta. Fiat cala anche l’asso Jennifer Lopez come testimonial sexy, d’eccezione, vincente. In ogni caso, la manager Laura J. Soave non è più la responsabile di Fiat North America: il ruolo è stato affidato a Tim Kuniskis, che da 20 anni opera nel settore marketing di Chrysler.