L’auto incriminata è la CEO una Suv di grosse dimensioni che effettivamente nelle fiancate e nella parte posteriore ricorda le forme della prima serie della BMW X5. All’epoca della presentazione successe una baraonda e BMW intentò un’azione legale nei confronti dell’importatore italiano Martin Motors, che si è subito difeso dichiarando che le auto cinesi ovviamente si ispirano al design dei modelli europei ma che è inammissibile parlare di plagio.
In questi giorni un tribunale italiano ha dato ragione alla Martin Motors rigettando le accuse mosse dalla casa bavarese. Grande la soddisfazione per l’importatore della CEO che intanto ha già piazzato circa 200 esemplari e che conta di arrivare a 1200 per il prossimo anno. Per mezzo di un portavoce ha espresso la propria gioia nel vedere confermata la propria tesi e sicuramente la notizia avrà un positivo ritorno pubblicitario.
La CEO comunque non è una cinese a buon mercato, occorrono comunque circa 25.000 euro per portarsela a casa. Punti di forza di questa auto sono certamente le generose dimensioni, e conseguentemente la grande abitabilità interna, e la dotazione di serie estremamente completa. Selleria in pelle, sensori di parcheggio, tetto apribile e addirittura l’antifurto satellitare.
Shuanghuan è stata inoltre protagonista di un altro clamoroso, presunto, caso di plagio riguardante la Bubble, una compatta citycar accusata di essere “troppo” somigliante alla Smart Fortwo.