La mobilità elettrica rappresenta uno dei principali obiettivi dell’UE. Si tratta di una tecnologia, però, ancora piuttosto acerba, ma d’altro canto ci sono dei margini di sviluppo e di miglioramento decisamente importanti. Non si tratta unicamente di progredire per quanto riguarda le batterie, ma anche le soluzioni a livello di motorizzazioni sono sempre di più.
Se da un lato c’è una notevole spinta che porta a provare a limitare il più possibile la presenza delle terre rare, ovvero un settore che è stato dominato letteralmente dalla Cina. L’Europa sta cercando di far diventare i motori delle vetture elettriche sempre più efficienti e anche riciclabili. Per il momento l’obiettivo è quello di superare l’80% della riciclabilità. Stando a quanto è stato riportato da parte dei ricercatori, pare che un propulsore sincrono a terre rare, caratterizzato da un elevato livello di efficienza energetica, rappresenterebbe la soluzione più adatta ed efficiente per quanto riguarda la dotazione dei modelli elettrici del futuro, viaggiando a trazione primaria ad elevata potenza.
Questi motori andrebbero a caratterizzarsi per la presenza di un sistema inverter SiC, una tecnologia decisamente innovativa e all’avanguardia, che potrebbe portare in dote un sistema di raffreddamento diretto sia di rotore che di statore. Tra le altre interessanti caratteristiche anche un sistema di isolamento molto innovativo per alta tensione e la presenza di numerosi materiali avanzati. Da notare, nello specifico, la potenziale presenza della resina epossidica, ovvero quella che viene utilmente impiegata anche per le pale eoliche, che andrebbe a fissare i vari magneti GBD.
In base alle notizie che sono state riportate da questo team di ricercatori, quindi, tutte queste novità dovrebbero portare allo sviluppo di una soluzione estremamente efficiente e, in modo particolare, anche caratterizzata da un costo piuttosto limitato. Da notare come tale proposta dovrebbe andare ad equipaggiare due diverse versioni di motori, ovvero il propulsore della ID.3 del marchio Volskwagen e quello della 500 elettrica del marchio Fiat.
Dando uno sguardo piuttosto concreto ai numeri, va detto che lo scopo principale di tale progetto è quello di portare il prima possibile a un abbassamento delle perdite. Le stime parlano di circa il 20% in meno a livello di minori perdite, un risparmio del 28% sui costi e un risparmio del 60% in merito alle terre rare. E, tra l’altro, proprio le terre rare potranno essere oggetto di un recupero di una percentuale che supera l’80%, dopo ovviamente che il propulsore ha concluso il suo ciclo di vita.