Come dichiarato dal presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, gli automobilisti (ma suppongo possano aggregarsi anche i motociclisti) non faranno rifornimento il giorno 6 giugno 2012 per dire basta all’aumento dei prezzi della benzina, che sono aumentati di oltre il 20% nell’ultimo anno.
Secondo quanto dichiarato da Damiani il vero problema si trova nelle accise, che rimangono la via più semplice e quindi preferita dal Governo per tassare i cittadini, essendo una forma di tassazione immediata, ineludibile e senza costi gestionali per l’Erario.
► PREZZO BENZINA AUMENTATO DEL 20,9% IN UN ANNO
I calcoli dell’Aci sostengono che una famiglia italiana spende in un anno 1680€ in carburante, 715€ di assicurazione, 270€ per la manutenzione, 220€ per parcheggi e garage, 190€ di pedaggi, 120€ di multe e altri costi vari per un totale di oltre 3500€, contro i 3278€ del 2011.
Negli USA nel 1997 una protesta simile portò ad un calo del prezzo della benzina fino a 30 centesimi in appena 24 ore. Sicuramente non sarà possibile un risultato analogo in Italia ma lo sciopero potrebbe significare già un piccolo primo passo.