La Consob versione americana ha deciso di aprire un’indagine sulle modalità di comunicazione relative ai dati di vendita del gruppo FCA. Lo ha riferito Bloomberg. Ecco il caso che ha scatenato l’inferno.
A gennaio, il Gruppo FCA aveva definito “infondate” le accuse di due venditori, spiegando di dover resistere alle pressioni fatte da alcuni concessionari. La nota diceva che c’era l’imperativo di
“resistere alle pressioni: i concessionari che hanno promosso la causa sono due dealer del più vasto gruppo Ed Napleton Automotive Group – spiegava la nota di sei mesi fa – Questa causa non è nulla più che il prodotto di due dealer scontenti che hanno sistematicamente mancato di adempiere ai loro impegni a partire almeno dal 2012, usando per diversi mesi la minaccia di avviare il contenzioso nell’ingiusto tentativo di costringere FCA US a riservare loro un trattamento speciale, inclusa l’attribuzione di posizioni vacanti nella rete distributiva”.
Il Dipartimento di Giustizia americano e la Securities and Exchange Commission hanno comunque avviato l’indagine sulle modalità di comunicazione dei dati relativi alle vendite del Gruppo FCA ma l’attività investigativa è ancora nelle sue fasi iniziali. Soltanto a gennaio, infatti, due concessionari in cui il Costruttore veniva accusato di falsificare la documentazione mensile hanno sporto denuncia. Gli investigatori soltanto l’11 luglio sono andati negli uffici e nelle case di alcuni membri dello staff FCA US, hanno ascoltato le dichiarazioni di alcuni dipendenti e accertato delle violazioni.
Il Costruttore dice di aver offerto la massima collaborazione agli inquirenti e ha aggiunto che
“Nelle sue relazioni finanziarie annuali e trimestrali, Fca riporta i ricavi sulla base delle sue spedizioni a concessionari e clienti e non sulla base delle unità riportate come vendute a clienti finali dai concessionari”.