Usare il vivavoce in auto non è questione di educazione e praticità ma è questione di sicurezza. Usare il vivavoce consente di restare con entrambi le mani sul volante. E allora, se è una questione di sicurezza, perché le tecnologie legate al cellulare in auto si pagano a parte e non sono prodotte da tutte le case automobilistiche?
Molte case automobilistiche si vantano di effettuare programmi di sicurezza per i loro clienti, di aver migliorato l’airbag e il sistema dei freni ma poi vendono a parte la tecnologia che garantisce al guidatore di poter rispondere agevolmente al telefono senza distrarsi. Questa tecnologia del vivavoce si paga a parte e così passa il messaggio che la sicurezza si paga e non è una preoccupazione dei produttori ma soltanto degli automobilisti.
È davvero così? La denuncia arriva da My Special Car Show, l’evento di riferimento dedicato alla personalizzazione dell’automobile a Rimini Fiera il 18 e 19 aprile. Ecco un estratto del comunicato stampa in cui si additano i prezzi del vivavoce:
I numeri parlano chiaro: il 20,1% degli incidenti stradali (fonte Aci-Istat) è causato proprio dall’uso del telefonino in auto, che batte ebbrezza e velocità. Eppure nella moltitudine di accessori che invadono le nostre auto il telefono vivavoce è quasi inesistente: poche marche lo offrono di serie, le altre lo inseriscono in costosi pacchetti di accessori o nella maggioranza dei casi lo fanno pagare, profumatamente, a parte.
Per lo studio sono stati analizzati tutti i modelli in vendita in Italia e sono stati presi in considerazione i prezzi minimi IVA inclusa degli optional che comprendono il sistema Bluetooth modello per modello, versione per versione. E il risultato è sconcertante perché di fatto questo accessorio di fondamentale importanza per la sicurezza si paga quasi sempre a parte.
Le marche più virtuose in ogni caso sono Abarth, Alfa Romeo, Dacia, Hyundai, Infiniti, Jaguar, Jeep, Kia, Lexus, Lotus, Maserati, Mazda, Mitsubishi Ssangyong, Subaru e Toyota. Giuste citarle tutte.