Da tempo s’insiste sul tema della sicurezza dicendo che i piloti hanno bisogno di regole e poi anche di monoposto che pur preservando la spettacolarità della corsa devono garantire la sicurezza massima al pilota. Insomma, di incidenti come quello di Senna o di Jules Bianchi, non se ne vogliono più vedere.
Eppure c’è chi come Vettel ritiene che una componente di rischio debba essere ancora garantita. Vettel – un ragazzo preciso e deciso – non le manda certo a dire, soprattutto se davanti ad un microfono gli si chiede di esprimere un’opinione.
“Per continuare a emozionare il pubblico, anche quello più giovane, dobbiamo assicurare che la Formula 1 resti una disciplina dove la velocità in termini assoluti rimanga centrale. E anche il pericolo non può mancare”.
E neppure nel contesto istituzionale della Fia Sport Conference 2016 si è smentito, riporta Quattroruote, spiazzando una parte dell’uditorio parlando di sicurezza e non solo:
“Prendete l’esempio di Baku: ha ricevuto molte critiche, ma è stato fatto un lavoro fantastico, perché il percorso per noi è stato difficilissimo e proprio per questo è stato esaltante correre lì. Oggi le auto sono più sicure ed è molto meglio per noi: conosciamo bene la storia”, ha ammesso il pilota della Scuderia Ferrari, “ma bisogna trovare il giusto compromesso tra tanti elementi: la sicurezza, ma anche il pericolo, il rumore, e l’emozione. Sono ingredienti ugualmente importanti”.
Poi dice ancora qualcosa sul fattore pericolo come riporta Quattroruote:
“Potrebbe suonare sbagliato” ha insistito il tedesco “ma il nostro sport deve restare pericoloso, perché è amato anche per questo motivo. Il rischio è un ingrediente che piace al pubblico, e quando viene meno lo sport diventa inevitabilmente meno emozionante”.