Dopo la sentenza che ha vietato l’uso di Uber nel nostro Paese accettando il ricorso dei tassisti, qualche regione come il Piemonte, ha preso anche provvedimenti più forti. Ecco cosa è successo a riguardo nelle ultime ore.
Sono state introdotte delle norme in Piemonte che spiegano l’impossibilità per tutti i sistemi di chiamata di trasporto persone a pagamento, di operare sul territorio regionale. In pratica c’è stata la messa al bando di Uber dopo che la Seconda Commissione del Consiglio regionale del Piemonte ha approvato all’unanimità le nuove norme.
Questa legislazione ha ottenuto il voto favorevole di maggioranza e opposizione, infatti, è stato dato il via libera alla proposta di legge regionale, presentata da Gianluca Vignale di Forza Italia dal titolo “Misure urgenti per il contrasto dell’abusivismo. Modifiche alla legge regionale 23 febbraio 1995, n. 24“.
Nella nuova norma si precisa che:
“il servizio di trasporto di persone, che prevede la chiamata, con qualunque modalità, di un autoveicolo a esso dedicato e una corresponsione economica, può essere esercitato esclusivamente da soggetti che svolgono il servizio” in base “alla presente legge”, vale a dire tassisti e noleggiatori con licenza.
Per chi contravviene a questa regola ci saranno delle sanzioni che per la prima proposta di Vignale erano fino a 1.500 euro per i “driver” e fino a 30.000 euro per i gestori delle “app”. Nel testo approvato però si fa riferimento agli articoli 85 e 86 del codice della strada per le sanzioni ai conducenti dei mezzi, Non sono poi previste delle punizioni e delle sanzioni pecuniarie per i gestori dei sistemi di chiamata.