Rossi s’impone in Argentina e diventa già un mito, paragonato perfino a Maradona che entrò nella storia nel 1986. I giornali si scatenano e le belle parole che gli riservano non sono certo una presa n giro. Valentino Rossi ha recuperato 8 posizioni e l’ultimo sorpasso su Marquez è stato da incorniciare.
Già nello scorso Gran Premio il premier Renzi aveva telefonato al Dottore di Tavullia per dirgli che era stato strepitoso. Adesso cambia aggettivo ma il senso è lo stesso. Rossi è pazzesco, dice Renzi, non finisce mai di stupire. In poche parole c’è la sintesi del pensiero di tantissimi fan del Dottore che sono rimasti incollati al teleschermo per vedere la sua vittoria.
Un capolavoro da incorniciare, una delle gare più spettacolari di sempre. Una risalita progressiva e tenace dall’ottavo fino al secondo posto. Poi a pochi chilometri dal traguardo l’attacco vincente ai danni di Marquez e il primo gradino del podio.
I siti e i quotidiani argentini hanno dedicato un sacco di spazio a quello che ha fatto Rossi. Una vittoria che tutti si aspettavano, che era nell’aria ma impossibile da dare per certa perché Marquez è un fuoriclasse ed è anche in gran forma. Ma il Dottore li ha stupiti tutti con saggezza, esperienza e determinazione e la sua è stata una vittoria di testi e di nervi prima ancora che in pista.
Una poesia, quella scritta da Rossi in Argentina, che è stata tradotta in parole dai giornalisti che parlano di Rossi come di un eroe immenso, di un mito vivente, di una leggenda esattamente come parlavano di Maradona al Mondiale dell’86.