È vero, forse i team più piccoli della formula 1 hanno osato fare il passo più lungo della gamba e si sono ritrovati gambe all’aria. Si pensi soltanto al cado della Marussia. Però è vero che la presenza dei piccoli team ha reso il Circus, finora, molto variegato e in parte anche imprevedibile. Il che vuol dire che quando questi piccoli team saranno esclusi dalla competizione ufficiale, anche l’attrattività della gara ne sarà penalizzata. Insomma la questione è semplice: i piccoli team non possono restare per ragioni economiche nel Circus ma ci dovrebbero restare per garantire un pizzico di imprevedibilità ai gran premi, anche perché quelli che hanno rinunciato a guardare le corse in tv sono già parecchi.
Sull’argomento sono intervenuti praticamente tutti. L’ultimo in ordine cronologico è Trulli, presente in questi giorni al Motor Show di Bologna dove sarà presentato anche un progetto di formazione dedicato a tecnici e ingegneri che vogliono lavorare per formula 1 e mortorsports.
In un’intervista fatta ad uno degli ex piloti che sta investendo nella formula E, alla domanda “Recentemente hai definito queste piccole squadre come dei costosi autonoleggi: come vedi la situazione di questi team che sembrano spesso improvvisati?“, Trulli ha risposto:
Improvvisati è forse l’aggettivo adatto. Purtroppo, aveva ragione Bernie Ecclestone quando diceva che alcune squadre erano disorganizzate e facevano fatica a stare in pista. Questi team non danno niente alla Formula Uno. Fungono solamente da apripistaper giovani piloti, spesso senza meriti sportivi, che hanno però tanti soldi a disposizione. Questo danneggia fortemente l’immagine della Formula 1.