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Le piccole squadre gridano al boicottaggio mentre Rosberg è in pole

Lo sapevamo: la crisi a cascata interessa tutte le società minori che gravitano nel Circus. Hanno iniziato le macabre danze dei ritiri la Caterham e poi la Marussia ma adesso anche scuderie come Force India, Sauber e Lotus, minacciano di andare a casa. Rosberg gudagna la pole.

La FIA in questo momento pensa a riorganizzarsi e per prima cosa deve mettere a tacere le accuse di mancanza di sicurezza nelle gare. Dopo l’incidente di Jules Bianchi si pensa allora alla safety car virtuale ma i piloti sono già sul piede di guerra perché nella pratica guardare un quadrante li distrae più che seguire una vettura in pista.

Eppure adesso la FIA deve sanare al più presto anche un altro problema, quello dei guai economici delle piccole scuderie. La Caterham e la Marussia sull’orlo del fallimento, hanno pensato bene di protestare in occasione del gran premio degli Stati Uniti per cui sono scese in pista ma dopo un solo giro si sono ritirate.

A queste due squadre adesso si uniscono anche Force India, Sauber e Lotus che dicono di volere più soldi e maggiore trasparenza riguardo la ripartizione delle entrate tra le scuderie. I team medio piccoli non hanno soltanto paura di fallire ma sanno che senza utili e quindi senza investimenti nel miglioramento della vettura, partecipare ai prossimi gran premi è soltanto un prolungamento dell’agonia.

Generalmente tra le squadre di ridistribuiscono più di un miliardo di dollari ma a far man bassa, per i meriti raccolti in pista, sono sempre le solite: Ferrari, McLaren, Mercedes e Red Bull. Alle altre resta poco. Una protesta come quella messa già in scena da Caterham e Marussia, c’era stata nel 2005 ad Indianapolis. Non resta che capire come si concluderà questo tormentatissimo mondiale.