L’Italia rischia di perdere un’altra industria, un pezzo importante delle due ruote, anche se di madre svedese. Lo stabilimento Husqvarna Motorcycles di Biandronno infatti ha messo in cassa integrazione quasi tutti i dipendenti in cassa integrazione. La crisi colpisce sempre più le due ruote, mentre i cassintegrati dello stabilimento scrivono una lettera aperta per denunciare le loro condizioni e chiedere il supporto dei media.
Husqvarna Motorcycles è stata venduta il 6 marzo dal gruppo BMW a Pierer Industrie AG, casa madre di KTM, ma come denunciato nella lettera, senza nessun piano industriale da parte degli austriaci, ottenendo comunque il nulla osta avuto dall’Antitrust Austriaco.
La Pierer Industrie ha messo quindi l’azienda in Cassa Integrazione Straordinaria per Cessazione Parziale di Attività, senza possibilità di reintegro, l’anticamera al licenziamento collettivo.
La Cassa Integrazione coinvolge 212 dipendenti su un totale di 240, quindi, come denunciato nella lettera, non parziale, ma totale. Una vera dismissione.
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Ma questa condizione non colpirà solo quei 212 dipendenti, ma anche tutto l’indotto creato dallo stabilimento nella zona, con danni economici pesanti. Lo Stato Italiano dovrà inoltre pagare la Cassa Integrazione per un anno, e non si comprende perché Pierer Industrie AG non abbia nessuna intenzione di investire in Italia. Gli operai protestano quindi per l’ennesimo attacco straniero all’industria italiana, alla loro competenza e conoscenza nel settore per garantire i grandi capitali. La protesta non è singola, ma chiede con forza di preservare il Paese e le individualità, di vigilare sulle legittimità di queste azioni commerciali rivolgendo più attenzione ai lavoratori.
La lettera chiude quindi così: “Vogliamo veramente continuare a permettere ai grandi colossi stranieri di imbavagliarci e di saccheggiare la nostra economia?”